2021



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Le fotografie

– Vista d’insieme delle cappelle della navata di destra (entrando) della SS. Annunziata.

– Particolare dell’inserto sui lavori.

– Particolare dei medaglioni della navata destra.

– Vista d’insieme della basilica e dela navata sinistra.


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«Le solenni esequie di Ferdinando I alla SS. Annunziata»


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PADRE GHERARDO CAPASSI
e gli abbellimenti alla SS. Annunziata


Il 23 novembre 1737 moriva un’importante figura dei Servi di Maria della SS. Annunziata: il p. Gherardo M. Capassi. Era nato a Firenze il 22 gennaio 1653. Così lo ricordano le memorie postume:

«Fu uomo di statura assai grande, ben formato, e proporzionato, di colore bruno, d’aspetto assai grave e maestoso. Visse in continui studi e fatiche, né li mancarono gravissime traversie, e incontri da superare. Ma egli fu d’animo superiore a tutto, anzi che la costanza e la intrepidezza nelle cose avverse, pareva che fosse il suo proprio carattere.
Il p. Capassi seppe il latino, il francese, il greco, l’ebraico, ebbe conoscenza di dogma, di critica e storia ecclesiastica e fu ricercato dal granduca Gian Gastone, dal senatore Buonarroti e da tanti studiosi che venivano a trovarlo nella sua camera, che dalla frequenza sembrava diventata un’Accademia.
Curò tantissimo la Biblioteca della SS. Annunziata; quando fu vicino alla morte lasciò le consegne ai due bibliotecari, non lasciando però di portarsi quotidianamente secondo il suo costume in Libreria per assistervi, et per anco suo divertimento. Poi divenne paralitico dalla parte destra del corpo e fu messo su una sedia a rotelle nella quale era guidato ogni giorno attorno al Chiostro e per la Libreria».

Riportavo il ricordo del p. Gherardo M. Capassi nel piccolo studio Memorie e importanti figure di religiosi all’Annunziata tra XVI e XX secolo, scritto in occasione di una «Tre Giorni» tenutasi alla SS. Annunziata il 24-26 ottobre 2000.
Ho l’occasione ora di aggiungervi il testo di due pagine inserite tra i fogli di un registro di ricordi, riguardanti abbellimenti da lui promossi all’interno della basilica, gli artisti che vi lavorarono e la spesa.

[Inserto tra i ricordi del 1703] «Uscita della retroscritta entrata amministrata da me f. Gerardo Capassi.

1. A Pier M. Agostino Fortini come per scritture, e ricevute di denari già pagati per la maggior parte, e da pagarsi per la somma di scudi cento sedici sono stati assegnati in tutto per i marmi di dette sette cappelle sc. 2050.
2. A Vittorio Barbieri stuccatore per gl’angeli e medaglioni delle cinque cappelle nel corpo della chiesa s. 180.
3. A Domenico Borri per fattura del cornicione de lati della chiesa s. 45.
4. Al Signor Tommaso Redi pittore per pittura, e telai de’ medaglioni s. 69.
5. A Giuseppe Lensi per l’indoratura de’ medaglioni cinque, a due padiglioni, di nove finestre, di tutte le cornice che ricorrono e dell’arco maggiore s. 218.
6. A maestro Filippo per tutto il murame e ponti s. 366.
7. A fra Onorato M. Tasso per ferrame servito per le cappelle e per i ballatori s. 36.
8. A Benedetto Fortini per la pittura del fregio s. 4.

9. A Dandini banderaio per la tendina di seta s. 5.
10. A Giovanni Martino per li padiglioni e angeli della crociata della chiesa, e stucchi e cornicione s. 200.
11. A Agostino Landini per il cornicione, e corniciame di quadri e finestre sopra la facciata della chiesa s. 60.
12. Per le ringhiere indorate degl’organi a Antonio Bettini intagliatori scudi 12; ed a Giuseppe Lensi indoratore s. 24, in tutto s. 36.
13. Per i lampadari a Stefano Gré, e per sua indoratura s. 34.
14. Al nostro inbiancatore s. 1.
15. Al Puglieschi, e Brunorri pittori per le tele dipinte degl’Organi. [Aggiunto] ... colini s. 50 vedi uscita del camarlingo 1710 s. 70.
16. Per mancie date a diversi s. 8.
Somma tutta questa uscita s. 3382.
L’Entrata fu s. 3400.
Si che resta più l’entrata s. 18
s. 2700.

Ma terminate che furono le dette cinque cappelle perché osservai che il testatore pareva che col suo legato avesse voluto comprendere l’altre due della navata, ad effetto che col medesimo ordine fussero ancor esse abbellite, perciò fattone ricorso all’Altezza Reale del Granduca appresso il quale informorno a nostro favore gl’illustrissimi senator Filippo Buonarroti e auditor Monsacchi, l’Altezza Sua Reale per ovviare ad ogni contrarietà che potesse esser fatta dagl’amministratori di detta eredità, o da qualunque altro con suo rescritto de plenitude potesatis ordinò che per l’abbellimento di queste due cappelle ci fussero pagati altri ducati settecento nella forma come sopra.
Sì che tutta l’entrata assegnata per tutte le sette cappelle fu in tutto ducati tremila quattrocento parte riscossa, e in parte da riscuotersi fanno s. 3400».

Paola Ircani Menichini, 5 giugno 2021.
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